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31.12.2009
FESTEGGIAMO IL 2010 SALVANDO IL PASSATO
di:Don Chino Pezzoli

Sono un tifoso del tempo passato e non capisco il perché di tanta attesa per il tempo futuro.

Gli stessi auguri di questi giorni riempiono le case, strade, bar e anche i luoghi di lavoro, esprimono una catasta d’attese di un futuro bello, diverso, fortunato. Ogni oroscopo sembrava portare con sé un futuro magico, miracoloso. E’ buona cosa augurarci un 2010 senza malattie, abbandoni affettivi, lutti. E aspettarci tutto ciò che allieta la vita. Ci moviamo però nell’incertezza più assoluta che appaga solo la nostra fantasia che costruisce nelle nostre zucche sogni e chimere. Forse di attese si vive o meglio si pensa di vivere e così ritorniamo spesso bambini che giocano con il “domani” e basta. Diamo l’impressione di avere fretta persino nel far passare il tempo con l’attesa che il momento che sta per arrivare sia diverso, migliore. In questo modo non ce ne accorgiamo che la vita s’accorcia, si consuma più velocemente. Dovremmo almeno sapere fare tesoro del tempo e non buttarlo via in fretta con indebite proiezioni future. Ricordare che i giorni vissuti sono la nostra piccola storia, sono il tempo dei nostri incontri e scelte. La memoria è un archivio che conserva il passato che dà senso al presente e prepara la necessaria saggezza per avvicinarci al futuro. Perché allora buttare il passato, segregarlo nell’oblio? Perché ipotecare che la felicità viene sempre dopo, in un tempo che deve venire? Il passato, lo si sappia, è ricchezza di ricordi che richiamati alla mente riattivano sentimenti, slanci, propositi e anche qualche pena necessaria per ridimensionare i nostri voli pindarici. L’uomo quando perde il senso del passato muore psicologicamente perché è come se cancellasse in sé i tratti di personalità, le esperienze significative, le identificazioni inalienabili. Gli antichi facevano tesoro del passato che lo tramandavano alle nuove generazioni come motivo di educazione, sapienza. Saggio era colui che sapeva attingere dal suo passato e dai vissuti insegnamenti veri per illuminare i giovani e così migliorare la convivenza. Ora il passato viene spesso buttato via e solo ciò che è nuovo interessa. Ciò vale persino per i nostri affetti: amici, amori, conoscenze, collaboratori di ieri sono spesso cancellati, coperti d’amnesie. Si dice che siamo fatti così e che la vita va avanti con altri interessi, incontri, novità. Nessuno intende arrestare questo scorrere del tempo, questo fiume della vita che prosegue, ma solo far capire che forse è necessario chiedere alla nostra mente , di tanto in tanto, di soffermarsi sui ricordi, di riportare nel presente il passato, ripresentare alla mente quei volti indimenticabili che hanno lasciato in noi tracce indelebili: genitori, fratelli e sorelle, figli e tanti altri. Per non eliminare il passato, esercitiamoci a raccontarlo in famiglia, ad esempio. E’ necessario che lui racconti a lei il primo incontro, il primo bacio, l’emozione di quei momenti iniziale del loro amore. E’ pure bello raccontare ai figli la loro nascita, i primi anni della loro vita. E perché no: raccontarci, nei momenti di silenzio, i giorni felici e quelli tristi che intrecciati insieme formano i fili del tessuto della nostra piccola storia. Nella persona che ignora il suo passato cresce la smania del consumo delle cose come riempitivo dei vuoti esistenziali. Chi è ricco di ricordi ricostruisce sempre la sua vita perché è consapevole di avere in sé la stessa forza che aveva prima. Festeggiamo quindi insieme l’anno passato e quello che sta per arrivare. Con una distinzione però: il primo è già scritto nella nostra anima, il secondo non ancora.

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