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23.01.2010
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di Simone Feder

Ogni giorno la frase ricorrente nei molti discorsi, che accomuna ed interroga sempre più persone è: "Che fare di fronte a tutto questo virtuale che avanza? Da che parte andare? Che cosa è giusto? Forse è il caso di .. "

Ebbene forse prima di chiederci da che parte andare, e quindi cosa fare, dobbiamo iniziare a chiederci dove siamo, qual è il punto di partenza reale! E ancor prima di capire dove siamo è ancor più il caso di chiederci chi siamo.




Forse, se ci fermassimo a farci queste domande, faremmo fatica a rispondere, attanagliati e distratti sempre più da tutto e da tutti. Ai giorni nostri basta un niente per accendere in noi quella speranza effimera che illumina temporaneamente prospettandoci qualcosa che poi, con l’andar del tempo, più di tanto non si riesce a sentire come vero e realmente importante.
Oggi è fortemente in crisi il concetto d’identità e di pudore. La parola privacy è ormai sulla bocca di tutti, la reclamiamo e cerchiamo ovunque ma poi… La gente si vende ormai al primo offerente. Si lascia intrappolare all’interno dei social network, offre a chiunque le proprie emozioni e sentimenti, mette a nudo il proprio sé davanti a persone nascoste dietro uno schermo in cambio di che cosa?... comunicazione… relazioni… sentirsi parte di… la ricerca estrema dell’approvazione, del contatto della presenza di qualcuno. È questo che realmente ci fa sentire importanti agli occhi del mondo?
Pensiamo ai cellulari sempre accesi ininterrottamente per non perdere nessuna chiamata o messaggio da chiunque e controllati quasi febbrilmente per verificare se è successo qualcosa in quel piccolissimo istante in cui ci eravamo allontanati per...
Essere in contatto con qualcuno, è questa la nostra forza. Da ogni parte tutti ce lo ricordano e pubblicizzano e allora feed, blog, chat, msn, facebook…
Basta.
Si accendono gli schermi ma si spengono sempre di più gli scambi affettivi tra le persone, le strette di mano, le pacche sulle spalle, i sorrisi, le espressioni che rappresentano stati e sentimenti che nessun mezzo virtuale, nessuna icona, potrà mai realmente interpretare e raffigurare.
Il tono della voce, l’espressione facciale e il sentimento che scivola con delicatezza in quella frase che un giovane rivolge all’altro nella stanchezza della sua quotidianità, chi mai la potrà imitare? Quale sofisticato apparecchio potrà dar voce a quella domanda - Come stai? - rendendola viva e ricca di quel non detto che lo schermo blocca e non lascia filtrare?
E i nostri giovani stanno guardando una generazione di adulti che purtroppo si sta spegnendo sotto i loro occhi. Sì, perché siamo proprio noi adulti i più in difficoltà davanti a tutto ciò che le tendenze del mercato e della moda ci propongono.
Adulti senza palle … Ebbene, questa è la considerazione che ha di noi la maggior parte dei giovani. Che insegnamento diamo?
Specialisti di ogni cosa che strombazzano le loro teorie nell’aria, che lanciano gli scoop più accattivanti per attirare l’attenzione e per spiegare il perché delle cose...
Ebbene fatichiamo giorno dopo giorno a rispondere alle tante mail banali che spesso riceviamo, preoccupandoci di farlo altrimenti qualcuno potrebbe offendersi o pensare che non ci importa… Inviti che ci inducono a far parte di quel social network, di quel gruppo virtuale, di quel forum… per poi ritrovarsi intrappolati proprio nella stessa rete che volevamo utilizzare per pescare attenzioni e contatti….
Il progresso ci aiuta in questo, soddisfa la nostra bramosia di contatti offrendoci le tecnologie più sofisticate: Wireless ovunque, hifi sempre più ad alta fedeltà che rendono sempre più desiderabile un apparecchio piuttosto che un altro. E così perdiamo in modo irreversibile il valore della semplicità.
Mamme che passano le serate con le amiche incontrandosi su quel mondo virtuale che le attanaglia sempre più, ma che le soddisfa sempre meno…
Padri attaccati alle playstation dei figli e a quei siti osè che nascondono tutti gli eccessi di cui si ha sempre più bisogno…
Siti che giorno dopo giorno si riempiono di sentimenti, emozioni, stati d’animo e persone che si incontrano nelle piazze virtuali e faticano a rimanere in contatto con lo sguardo e a contemplare insieme la ricchezza del creato che sta fuori dalle loro stanze.
Giovani sempre e ovunque isolati con il loro Ipod, staccati da quel mondo che non vogliono sentire.
Che cosa ci riserverà il prossimo futuro?
Forse è il caso di fare qualcosa di concreto… cominciare a dire di no a questo sistema fatto di non so che cosa e che porta a non so che cosa mi sembra la prima cosa doverosa da farsi.
Scollegati dal socialnetwork e stringi la mano al tuo vicino…. Forse questo ti aiuterà a sentirti un po’ meno solo.


Simone Feder

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