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13.09.2010
Smart Drugs: il fenomeno è ora arginabile
Di:Dott.Giovanni Serpelloni

L’attenzione è rivolta in particolar modo a quei prodotti che vengono commercializzati come incensi, profumatori ambientali, fertilizzanti o sali da bagno di cui si esalta l’origine completamente naturale.

L’inserimento in Tabella I del D.P.R. 309/90 dei cannabinoidi sintetici JWH-018 e JWH-073 e del catinone sintetico mefedrone (Decreto del Ministero della Salute, 16 giugno 2010) ha aperto una nuova strada alla lotta alla droga ed, in particolare, alla lotta alle smart drugs e a tutte quelle attività commerciali denominate smart shop in cui queste vengono vendute, e per le quali si può connotare ora il reato di traffico e spaccio.
L’attenzione è rivolta in particolar modo a quei prodotti che vengono commercializzati come incensi, profumatori ambientali, fertilizzanti o sali da bagno di cui si esalta l’origine completamente naturale. In realtà, questi prodotti di naturale hanno davvero poco e vengono assunti dagli acquirenti per gli effetti psicoattivi che sanno dare e per la condizione di liceità che, fino a qualche settimana fa, essi possedevano. Numerosi sono già stati negli ultimi 8 mesi, nel nostro Paese, i casi di intossicazione acuta che hanno richiesto l’ingresso ai Pronto Soccorso di persone che avevano assunto tali prodotti. I cannabinoidi sintetici, infatti, sono in grado di provocare effetti anche 4 volte superiori rispetto al normale THC, principio attivo della cannabis, conducendo a forti malesseri nei consumatori; analogamente, i catinoni sintetici, generalmente ricercati per i loro effetti amfetamino-simili, possono risultare estremamente pericolosi perché, a parità di quantità consumata, risultano essere molto più potenti delle tradizionali amfetamine e sono grado di dare effetti che, purtroppo, nel Regno Unito, sono già esitati in alcuni decessi legati all’assunzione di mefedrone. Lo scenario diventa ulteriormente preoccupante se si considera che molti consumatori assumono smart drugs in associazione ad alcol, i cui effetti possono interferire con quelli dati dalle prime e quindi rappresentare un ulteriore pericolo per chi le assume.
Era evidente, quindi, la necessità di mettere in campo azioni decise per arginare questo fenomeno. La tabellazione delle nuove molecole è stata accompagnata dall’invio di una nota del Dipartimento Politiche Antidroga indirizzata a tutte le Procure, le Prefetture e le Questure d’Italia in cui si richiedeva l’attivazione di tempestive azioni di controllo nei confronti degli smart shop localizzati su tutto il territorio italiano. Ottimi risultati sono già stati raggiunti dalle Forze dell’Ordine di Verona e di Piacenza. Nella prima città, una forte collaborazione tra la Squadra Mobile, il Dipartimento delle Dipendenze dell’Azienda ULSS 20 e l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Verona ha permesso di mettere sotto sequestro un locale presso cui venivano vendute smart drugs a persone di giovane età, molte delle quali minorenni. Analogamente, a Piacenza, l’attività delle Forze dell’Ordine, coordinate dalla Procura, ha permesso di individuare oltre 400 prodotti contenenti cannabinoidi sintetici illeciti e di determinare la chiusura di uno smart shop della zona. Attualmente, le Forze di Polizia di tutta Italia sono impegnate nell’esecuzione di controlli capillari per lo smascheramento di attività commerciali che vendono smart drugs.
L’attenzione del Dipartimento Politiche Antidroga e del Ministero della Salute nei confronti delle smart drugs è viva già da qualche anno. Fino a qualche settimana fa, però, sussisteva la difficoltà di individuare rapidamente i principi attivi contenuti nelle smart drugs, nonché di inserire tempestivamente questi ultimi all’interno delle Tabelle previste dal Testo Unico sulle Tossicodipendenze. Grazie all’attività del Sistema Nazionale di Allerta Precoce è stato possibile individuare delle modalità operative che hanno consentito di ridurre al minimo queste tempistiche e di rendere perseguibili in breve tempo le attività commerciali che vendono tali prodotti. Gli effetti dannosi che queste sostanze possono provocare all’organismo non sono infatti più trascurabili né ignorabili. Neppure è più accettabile pensare che se sono legali significa che non fanno male’. Le evidenze scientifiche e l’esperienza del Sistema di Allerta insegnano, infatti, che la realtà è un’altra. E’ quindi dovere delle istituzioni procedere affinché la vendita di smart drugs venga arginata e rendere consapevoli i consumatori dei rischi che esse rappresentano per la loro salute. Pertanto, nei prossimi mesi procederanno le attività per l’individuazione e la tabellazione di nuovi principi attivi e continueranno le operazioni di controllo delle Forze dell’Ordine per il contrasto del loro traffico e spaccio.

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