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06.11.2010
A Berlusconi: per rilassarsi meglio l’eremo
di don Chino Pezzoli

Di solito le virtù si palesano, mentre i vizi si sussurrano negli incontri strettamente privati,

Carissimo direttore, i preti si sono allenati ad ascoltare le persone sia quando elencano le loro virtù che quando spifferano i loro vizi. Di solito le virtù si palesano, mentre i vizi si sussurrano negli incontri strettamente privati, in confessionale o si lasciano scritti su qualche pagina del proprio diario chiuso a chiave nel comodino. Non comprendo la disinvoltura di chi annuncia davanti al popolo le sue “avventure erotiche” e le ritiene una necessità. Berlusconi è simpatico a molti italiani, non c’è dubbio. Piace quando si presenta in pubblico a un supermercato, quando desidera festeggiare con gli amici e amiche il suo compleanno, o si concede meritatamente alcuni giorni di relax. Piace quando dice la battuta ironica al momento giusto che non sia però irrispettosa, spavalda. Non piace ( a me e ad altri) nei momenti in cui giustifica un atteggiamento frivolo, donnaiolo, orgiastico. Lo sfoggio del “ricco epulone” ha sempre infastidito il povero Lazzaro … Silvio può fare tutte le feste e festini che crede in casa sua, a un patto però che non ritenga le escort persone povere che hanno bisogno della sua beneficenza. Il caso Ruby il Presidente lo definito di “buon cuore”, ossia un gesto caritativo, solidale. Forse, questi soldi che elargisce alle escort che partecipano alle feste potrebbe metterli a disposizione per chi ogni giorno deve assicurare ai miseri il piatto, il tetto e il letto. Mi si dice che fa anche questo. Bene, vada avanti ad aiutare i poveri senza “suonare la tromba”, consapevole che non saranno le escort ad assicurargli il “regno” in terra e in cielo, ma chi “ha fame, è senza casa, nudo”. Del resto vale anche per il Presidente il detto evangelico di “farsi amici tra i poveri con l’iniqua ricchezza che il tarlo e la ruggine consumano”. E’ un modo per essere accolto, stimato qui tra i comuni mortali e per essere accolto lassù (se ci crede) dove Qualcuno gli ha preparato un posto. Ma torniamo a quaggiù dove insieme cerchiamo di costruire rapporti umani (quelli politici vengono in seguito). Sergio Romano sul “Corriere Della Sera” afferma che “Berlusconi non sembra rendersi conto che questa pubblica rivendicazione delle sue debolezze private sta divertendo il mondo, riaccendendo tutti i più triti pregiudizi sul carattere degli italiani e soprattutto oscurando quello che il governo è riuscito a fare in questi momenti difficili”. Continua l’opinionista Sergio Romano nel sostenere che il Presidente “non possa continuare a polemizzare con tutti (…), senza neppure calcolare gli effetti delle parole su coloro che non gli sono pregiudizialmente ostili …”. Sono d’accordo, basta che la prudenza nel parlare, nel sentenziare sia una qualità umana non solo del Presidente. Spesso le sue reazioni emotive provengono da un accumulo d’ingiustizie ricevute, da uno stato d’animo esasperato dall’ingiustizia, dal sentirsi vittima delle ciarle, da una politica che cerca sempre la pagliuzza nell’occhio dell’avversario e ignora la propria trave. A qualcuno piacciono quei politici “impacchettati” che friggono dentro, lasciano dichiarazioni filtrate, controllate persino nelle virgole. Questi politici che spifferano pensieri che accontentano tutti e nessuno, fanno fortuna. Li chiamano diplomatici, pronti per ogni stagione e schieramento. Io chiamo costoro falsi, farisei (sepolcri imbiancati), tesi a collocare la propria immagine sulle macerie altrui. Berlusconi si salva da questa schiera farisaica? Lascio al lettore la risposta. Mi sia permesso però un consiglio al Presidente voluto dalla maggioranza degli elettori: “ Eviti i duelli verbali con chi la sfida ogni giorno, s’interessi dei problemi della povera gente, dei disoccupati, delle famiglie senza tetto, degli ammalati, dei giovani sballati. Metta fine al “mercato” della pattumiera a Napoli e dintorni. Se poi ha bisogno di rilassarsi, staccare la spina, faccia scelte nuove: si ritiri in un eremo, in un bivacco alpino con un libro in mano e pochi amici veri. Del resto abbiamo capito che la voglia di Sansone di’intrattenersi con Dalila si è reincarnata in lei Presidente. Ma Dalila è stata fatale per Sansone. So che per lei vivere è un gioco. Attento però ai tanti soloni che si servono di astute donne per tagliarle i capelli”.
Da “Il Giornale” del 5 novembre 2010

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